Mentre Qualcomm ha appena ufficializzato la nuova community Snapdragon Insiders, le cose all’interno del comparto produttivo sembrano non andare propriamente come dovrebbero. A dare l’allarme sono due realtà cinesi tra le più conosciute al mondo e oggi leader nella produzione di smartphone. Stiamo parlando di Realme e Xiaomi che hanno denunciato come la situazione interna a tutte le aziende che lavorano sui chipset, TSMC in testa, stia iniziando ad accusare i colpi della pandemia da Covid-19. Vediamo i dettagli.
Le parole di Lu Weibing: “Non ci sono più chipset Qualcomm”
Lu Weibing, uno dei nomi più influenti all’interno di Xiaomi (CEO di Redmi), è stato molto chiaro. Rilasciando alcune dichiarazioni su quelle che sono le difficoltà attualmente in atto TSMC (e che porta gravi ripercussioni in Qualcomm) ha detto che non ci sono più chipset. “I chip sono finiti quest’anno” ha detto, proseguendo “non si tratta di una carenza ma di un’estrema carenza“. Precisazione, quest’ultima, che ha acuito il senso di preoccupazione che si respira nell’ambiente.
Ma non è finita qui! “I componenti primari e secondari di Qualcomm”, precisa Realme, “sono esauriti, inclusi chip di alimentazione e per la connettività”. Se poi si considera il fatto che proprio Qualcomm ha allungato parecchio i tempi di consegna dei suoi “dispositivi” (ci vogliono fino a 33 settimane), si comprende bene come la situazione sia molto grave. Le conseguenze, poi, potrebbero essere disastrose e ripercuotersi su molti.
La risposta dei produttori di smartphone
In un momento difficile come questo in cui la crisi ha raggiunto anche Qualcomm, è inevitabile che tutte i principali produttori di smartphone stiano correndo ai ripari. O, quanto meno, è quello che stanno cercando di fare! Grandi nomi tra cui, ad esempio, Huawei e Oppo, stanno “conservando” quanti più chipset possibili per non rimanere senza con il passare dei mesi.
Questa strategia rischia, però, di danneggiare l’intera industria telefonica e non solo. Chi, infatti, usava ordinare i processori di Qualcomm frazionando gli acquisti in diversi momenti dell’anno, potrebbe poi avere difficoltà a reperire i prodotti richiesti. Senza contare, poi, che è naturale che nel momento in cui diminuisce la quantità di pezzi disponibili ma sale la richiesta, i prezzi dei “pochi” prodotti ancora acquistabili tendono a salire.
Questa crisi potrebbe, quindi, andare ad impattare sui consumatori. Ecco perché il Presidente degli Stati Uniti Biden sta pensando di stabilire dei limiti (non si sa bene quali) che potrebbero arginare la situazione.
Qual è la situazione di OPPO?
Mentre per Realme e Xiaomi si profila un orizzonte con problemi relativi alla scarsità di chipset, per OPPO sembra che la situazione sia migliore. L’azienda ha affermato che sebbene la corrente fornitura di chip e materie prime correlate dalla propria catena di fornitura sia ristretta, può ancora garantire senza problemi la produzione dei suoi smartphone.
Una fonte vicina all’industria citata da EEO rivela che i componenti per cui c’è maggiore carenza sono il chip principale, il modulo Bluetooth e altri componenti importanti dei processori. La stessa fonte svela però che non c’è il rischio che gli smartphone vengano esauriti per via della scarsità di chip: non saremmo ancora arrivati a questo punto.