Pochi giorni fa è entrato in vigore il ban di OPPO in Germania che l’ha costretta ad interrompere le vendite dei suoi smartphone sul mercato tedesco. Il motivo? La Green Factory è uscita sconfitta in una causa legale contro Nokia che riguardava dei brevetti 4G e 5G. Il brand, insieme a OnePlus, ha rimosso tutti gli smartphone dal sito ufficiale dovendo ottemperare a quanto imposto dal tribunale.
Moltissimi fan e utenti, specialmente quelli che considerano quanto accaduto in passato a Huawei e le tensioni tra Cina e occidente, si stanno chiedendo se l’azienda sia a rischio ban anche nel resto d’Europa e in Italia. In questo articolo faremo luce sulla questione e vi informeremo nel dettaglio sulla situazione rispondendo appunto a questa domanda.
La guerra legale che ha portato al ban
Come accennato la battaglia che ha portato al ban di OPPO in Germania è quella riguardante i brevetti di telecomunicazione 4G e 5G di Nokia per i quali OPPO (e di conseguenza anche OnePlus dato che ora è un suo sub-brand) è stata accusata della violazione. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Mannheim, dove Nokia aveva richiesto il pagamento di royalties per un importo di 2,50 euro per ogni smartphone venduto.
Una richiesta ovviamente non accolta dalla Green Factory che ha invece fatto ricorso al tribunale di Monaco. Il ricorso è stato però perso e ciò ha comportato lo stop alle vendite dei prodotti sul mercato tedesco dallo scorso 5 agosto. Vi lasciamo al comunicato ufficiale rilasciato da OPPO in merito al ban.
“In quanto proprietaria di numerosi brevetti 5G, OPPO attribuisce grande valore al ruolo della proprietà intellettuale nell’innovazione. Abbiamo una storia di accordi di cross-licensing con molte aziende leader e ci impegniamo a promuovere un ecosistema di proprietà intellettuale corretto e fondato su sani principi. Il giorno successivo alla scadenza del contratto 4G tra OPPO e Nokia, quest’ultima si è immediatamente rivolta al tribunale dopo aver richiesto un compenso irragionevolmente alto per il rinnovo.
Il nostro impegno a lungo termine per il mercato tedesco rimane invariato e stiamo lavorando in modo proattivo con le parti interessate per risolvere la questione in corso. Fatta eccezione della sospensione delle vendite e della commercializzazione dei prodotti in questione sui canali di proprietà di OPPO, quest’ultima continuerà a operare in Germania. Nel frattempo, gli utenti possono continuare a utilizzare i prodotti OPPO, accedere ai servizi post-vendita, ricevere i futuri aggiornamenti del sistema operativo e altro ancora“.
L’azienda parla di un “compenso irragionevolmente alto” richiesto da Nokia, ma allo stesso tempo si dice al lavoro con le parti interessate per risolvere la questione. Inoltre afferma che gli utenti tedeschi possono continuare a usare i suoi prodotti, i servizi post-vendita e continueranno a ricevere gli aggiornamenti software. L’azienda ha intenzione di mantenere le sue operazioni in Germania, ma per il momento non è chiaro se queste operazioni riguarderanno solo il supporto ai modelli già esistenti o la risoluzione della controversia con Nokia.
In Germania l’azienda non è sul podio dei produttori di smartphone e ha venduto solo 2 milioni di smartphone rispetto ai 150 milioni venduti in tutto il mondo. OnePlus, invece, anche meno. Non è quindi da escludere un abbandono del mercato tedesco. Ciononostante se trovasse un accordo consono alle sue aspettative potrebbe pagare le royalties a Nokia per ogni prodotto venduto, ma dovrebbe farlo su tutti i dispositivi venduti sul mercato globale e non solo in Germania: è anche quest’obbligo che rende la situazione incerta e ancora di difficile previsione.
OPPO è a rischio anche nel resto d’Europa e in Italia?
Alcuni potrebbero pensare che questa sia una situazione rilegata solo alla Germania: così non è. Nokia l’ha infatti citata in giudizio in numerosi altri Paesi europei: nello specifico in Francia, Spagna, Regno Unito, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi. L’Italia invece non si ritrova coinvolta nella guerra legale, quindi non ci sono rischi diretti per il nostro Paese.
Se anche nei suddetti Paesi la Green Factory perdesse le cause legali, però, potrebbe verificarsi uno scenario in cui potrebbe decidere di ritirarsi dall’intero mercato dell’Europa occidentale. Tuttavia crediamo personalmente che sia molto più probabile che l’azienda, nel caso di estensione di questa diatriba anche ai suddetti Paesi, decida di pagare le royalties a Nokia sui brevetti, raggiungendo un accordo. Se ciò accadesse riuscirebbe ad evitare tutti gli eventuali ban. Ma c’è ancora di più
Altri dei principali brand sono coinvolti
Dovete sapere che Nokia non si è limitata a citare in giudizio solamente OPPO e OnePlus, ma ha coinvolto anche Realme e Vivo: praticamente tutti i produttori di smartphone della conglomerata cinese BBK Electronics. Sono quindi ben quattro i brand di smartphone mainstream che rischiano problemi in Europa.
I pericoli per il mercato europeo
La dipartita di quattro brand così importanti in Europa causerebbe grandi svantaggi per i consumatori finali, i quali si troverebbero con un mercato in cui ci sarebbe molto meno concorrenza. Ciò vorrebbe dire inevitabilmente meno scelta e prezzi più alti.
I brand mainstream rimarrebbero un numero considerevolmente ridotto: Samsung, Apple, Xiaomi, al massimo potremmo citare in questa lista Honor e Motorola. Tuttavia riteniamo che l’uscita di BBK Electronics dall’Europa sia qualcosa di estremamente improbabile, specialmente per una causa del genere.